Mostra “Ricreiamo Conegliano”, tra opere basate sul riciclo e percorsi al buio fino al 29 gennaio

Sabato 14 gennaio il Palazzo Sarcinelli di Conegliano è stato teatro dell’inaugurazione della mostra “Ricreiamo Conegliano”, iniziativa che si pone l’obiettivo di dare valore all’arte, illustrando le molteplici possibilità di creazione attraverso lo strumento del riciclo. La mostra, che avrà luogo fino al 29 gennaio, è, pertanto, l’esito di un percorso formativo che ha coinvolto le scuole, gli ospiti di Casa Fenzi, Elisa Tonon e Giovanni Salvador dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti: le opere realizzate esprimono in maniera differente il significato del concetto del riciclare, restituendo una nuova dimensione a del semplice materiale di scarto.

L’evento è ideato da Debora Basei di “Ricrearti” ˗ un progetto di formazione e inserimento lavorativo, con particolare attenzione all’aspetto sociale e ambientale, dove materiali di vario utilizzo riprendono vita in autentiche creazioni ˗ e si è concretizzato nel corso di attività finalizzate alla valorizzazione del territorio, nell’ambito dell’iniziativa “Conegliano Città Pulita”, i cui promotori sono il sindaco Floriano Zambon, l’assessore all’ambiente Claudio Toppan, l’assessore alla scuola Gianbruno Panizzuti e l’assessore alla cultura Stefano Dugone.

“Proprio Debora ˗ raccontano Elisa Tonon e Giovanni Salvador ˗ è riuscita a farci estrarre le nostre attitudini artistiche, grazie alle quali abbiamo riprodotto i diversi angoli di Conegliano con il materiale di scarto, un’attività alla quale abbiamo dedicato circa 5-6 sabati pomeriggio”. Oltre alle loro opere Elisa e Giovanni hanno ricreato un vero e proprio percorso al buio, nel quale guidano i visitatori bendati alla riscoperta di nuove sensazioni.

“Tale esperienza ˗ spiega Giovanni Salvador ˗ fa capire la percezione che noi abbiamo della città e serve a ricreare l’idea che abbiamo nel percorrere i marciapiedi. Il percorso è certamente casereccio, ma sufficiente a sensibilizzare l’opinione pubblica”. “Infatti – aggiunge Elisa Tonon – il terreno nelle città in cui ci rechiamo spesso è dissestato o presenta degli ostacoli. Per noi questo progetto, pertanto, ha rappresentato un’autentica gioia”. 

IL PERCORSO

Ingresso dedicato a Casa Fenzi: creazioni realizzate dagli ospiti: La “nostra” storia vi dà il Benvenuto “Nostra” perchè il riuso dei materiali e l’arte in generale ci hanno sempre accompagnati, anche quando il nostro spirito era da un’altra parte rispetto al corpo nel quale si ritrova ora. Siamo circondati da forme, colori e materiali e nel corso dei secoli, per gioco o per necessità, gli esseri hanno sempre praticato il riuso, anche se oggi nel 2017 ci appare come una novità.

Il riuso è da sempre sinonimo di arte e creatività: per gioco, come facevano gli artisti del movimento artistico Dadaista: ricordiamo Marcel Dushamp e Man Ray, ai quali ci sentiamo spiritualmente vicini; o per necessità, come quando i nostri nonni “smontavano” cappotti per dare vita ad altri indumenti. E così ci sembrava doveroso coinvolgere gli ospiti di Casa Fenzi, ambiente dove regna la storia e la vita esprime tutto il suo essere.

Lucia è nata lo stesso anno del movimento Dada, nel 2016 ha compiuto 100 anni e il nostro cuore si è intenerito nel vederla ritagliare e creare. Una riscoperta del passato con una proiezione al futuro, la meraviglia della vita. Il tempo che trasforma e si esprime in forme che si modificano e ritornano in una nuova veste: immagini di vita diventano elementi decorativi, porte diventano “Portavoli” e “Libriporta” e così, oltre a nuovi elementi, si coniano nuovi termini.

Creazioni dei bambini

Il percorso continua con le creazioni realizzate dai bambini delle scuole elementari: La risorsa creativa celata in un’anima libera da preconcetti genera creazioni “belle” o “brutte”: non spetta a noi giudicare, ma sicuramente abbiamo a che fare con un’interessante ricerca.

Le tecniche si sviluppano crescendo e lavorando. Ciò che voi vedete sono le nostre sperimentazioni e i nostri traguardi: con il riutilizzo creativo di tappi in sughero del Progetto Etico di Amorim Cork Italia abbiamo reinterpretato in modo simbolico il Castello di Conegliano e uno dei tanti Pozzi per l’acqua della nostra storica città. Abbiamo dato vita a un percorso didattico dove le Maestre della scuola elementare Pascoli hanno insegnato i bimbi ad osservare le meraviglie coneglianesi: osservazione e creazione, utilizzando un materiale semplice e speciale: un tappo di sughero.

Che entusiasmo quando un elemento destinato ad essere buttato diventa una risorsa creativa e funzionale.

Oltre che con la scuola elementare Pascoli, i laboratori sono stati condivisi con la scuola Kennedy, dove i bambini hanno sperimentato diverse tecniche di riuso legate all’artigianato, come il decoupage e la cartapesta, dando vita a piccoli oggetti successivamente decorati con i loro disegni. Queste sono tutte creazioni che nascono solo dopo aver osservato le bellezze della nostra città, anche le più nascoste.

Le creazioni dei ragazzi delle scuole Medie

Undici, dodici, tredici anni di vita equivalgono a migliaia e migliaia di forme e colori visti, osservati, “archiviati” e successivamente rielaborati. Forme che, combinate con l’ingegno, si trasformano in oggetti del tutto originali: questi sono i primi approcci dei nostri eco-designer. Le creazioni che vedete sono state realizzate da studenti della Scuola Media Grava con l’avallo del Preside, supportati dai bravissimi insegnanti Margherita Casile, Cosimo Cucinotta e Nicoletta Piccin, oltre che dal disponibilissimo personale della Scuola.

L’intento è stato quello di diffondere la creatività e, attraverso l’arte, stimolare le nostre giovani risorse all’autoproduzione, coinvolgendo famiglie, amici e conoscenti: perché creare equivale a condividere. Ad ogni classe è stato chiesto di…immaginare! Immaginare di dover arredare una scuola dell’infanzia, di progettare una lampada, un orologio, un abito, un cappello. E’ stato un pò come “fare un tuffo nel passato”, un salto in una bottega artigiana di Conegliano, città dove un tempo le attività prevalenti erano di tipo artigianale. In questo modo i ragazzi hanno anche compreso il valore del tempo e della pazienza di chi crea con le proprie mani, qualità che in una società frenetica come la nostra sono un pò andate perse. Di seguito le immagini di qualche progetto e degli pneumatici dipinti dalla 2D a/s 2015 -2016 che diventeranno presto un gioco per i bimbi della scuola Elementare Pascoli.

Le creazioni dei “non noti ma notevoli”

La notorietà artistica dipende da molti di fattori. Sicuramente il primo è la capacità artistico-creativa. Con questo progetto fortemente voluto dall’amministrazione comunale abbiamo deciso di dare spazio a chi ama creare: il lavoro si fonde e confonde con materiali e colori utili per inventare. Ed esprimere, in un certo senso, una parte di sé: una parte di mostra che “di-mosta” come dietro a una segretaria,un imprenditore, un vigile, un’insegnante ci possa essere una fervida parte artistica.

Valorizziamo le capacità della nostra bella Città e dei “non noti ma notevoli”.

La ricerca, soprattutto quella artistica, è un percorso interiore che va sempre valorizzato. Vogliamo ringraziare chi ha deciso di fare dell’arte una professione, come il fotografo William Giacomini, che ci ha prestato le sue bellissime immagini per un elaborato realizzato con La scuola dell’Infanzia di via dei Mille. In questo modo un lavoro creativo è diventato un’opera d’arte.

Le creazioni di Elisa e Giovanni ex vedenti

Elisa Tonon e Giovanni Salvador rappresentano la-Conegliano-che-vedono, nonostante i loro occhi abbiano perso la capacità di vedere. Un laboratorio sperimentale che dimostra come, attraverso il riuso dei materiali, nascano riproduzioni che esprimono il sentire degli autori al di là dei limiti della realtà oggettiva: per Elisa e Giovanni il colore lascia spazio alla materia, al tatto, ai profumi e all’olfatto.

Un’esperienza sensoriale ed espressiva che sprigiona energia e che trasforma le percezioni in certezza, esprimendo in questo modo la purezza dell’essenza: l’affidarsi a tutto quello che per la vista è superfluo. E si conclude con il percorso al buio accompagnati da Giovanni ed Elisa per scoprire la città attraverso gli altri sensi.

Giovanni scrive questo all’ingresso del percorso:

Immaginate di vedere il mondo non con gli occhi ma con tutti gli altri sensi: il tatto, l’udito e l’olfatto. Per me, che sono solito camminare per le vie di Conegliano ad occhi chiusi, come sono costretto a fare in quanto cieco assoluto, il paesaggio che si prospetta tutt’attorno può essere ostile in base ai rumori che mi disorientano, oppure piacevole per i suoni del canto degli uccelli sugli alberi o lungo l’argine del Monticano. Il panorama che percepisco è differente da quello visivo, fatto non di colori o forme ma di odori di gas di scarico, odori e profumi di persone o, secondo la stagione e la zona che percorro, odori di piante e fiori, dell’asfalto bagnato o di caffé ed alimenti. Con i piedi invece il paesaggio che posso esplorare è quello dei gradini, delle piastrelle lisce o rovinate, del suolo sollevato dalle radici degli alberi lungo i viali, degli ostacoli improvvisi, del ghiaino o delle foglie sui marciapiedi. In questo percorso mostra ideato da Debora, provate ad abbandonare il senso della vista e per un attimo lasciatevi trasportare dalle vostre mani, toccate le forme, gli oggetti, ascoltate le vostre voci, usate anche altri sensi che tante volte, sbadatamente, dimentichiamo.

Giovanni Salvador ci offre la possibilità di scoprire la storia di Conegliano con la sua tesi di laurea: http://www.forestteam.it/new/tesi-di-laurea-audio.mp3 Inoltre ci presenta il video performance che descrive i propri occhi: http://www.forestteam.it/new/20160709_142957.mp4.

Mentre Elisa ci descrive “quello che vede ora” con due opere:

Questo è quello che vedo davanti agli occhi dall’età di nove anni cioè daquando ho perso la vista. Quelli che potrebbero sembrare dei fiori io le chiamo “eliche” perché sono in continuo movimento, ruotano in un loro moto perpetuo. I rettangoli più in basso, invece, sono “il mio treno”; anch’esso in continuo movimento,”corre” sempre. Posso dire di essere in perenne viaggio! Sullo sfondo io “vedo” altri elementi, impossibili però da rappresentare per la loro complessità o per le loro piccole dimensioni. Ad esempio dietro le “eliche” c’è una sorta di centrino, tipo quelli che si mettono sotto i dolci. Vi chiederete, forse, perché nella tavola di destra lo sfondo è più scuro… La risposta è semplice: con l’occhio destro percepisco meno la luce. Ho aderito a quest’iniziativa quasi per gioco. Quando mi è stato chiesto di pensare a qualcosa, qualche parte di Conegliano da riprodurre con materiali di riciclo sono rimasta un po’ spiazzata, non sapevo cosa fare. Quando abbiamo iniziato a “pasticciare” con materiali, colle e colori, però, le idee nascevano spontanee nella mia mente.

Così, il “ricreare Conegliano” col ricordo o solo con la fantasia di quello che percepisco con gli altri sensi quando sono in un determinato luogo è diventata una sfida.

Usando gli altri sensi è possibile capire, percepire molte più cose di quanto un normodotato possa pensare perché, non potendo vedere, ci si concentra su molti altri aspetti, altrimenti poco considerati (udito, olfatto, tatto, gusto).

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