Escursione al Rifugio Città di Fiume – 19 giugno 2011

In collaborazione con l’UNIVOC abbiamo organizzato un’escursione al Rifugio Città di Fiume (m. 1918 s.l.m.) lo scorso 19 giugno 2011. Eravamo in 25, una decina i non vedenti. Le macchine a disposizione sono state 6, Abbiamo trascorso una giornata MERAVIGLIOSA!Grazie a tutti!


L’ESCURSIONE

L’ escursione ha proposto un approfondimento conoscitivo di uno dei luoghi più suggestivi delle Dolomiti, elencato tra i siti che hanno permesso di far entrare le nostre Dolomiti nella lista del patrimonio universale dell’Umanità – UNESCO.

Sono almeno tre gli aspetti interessanti:

–        ecologico: dal bosco degli abeti alle specie pioniere attraverso il bosco di larici, le mughete e gli ontaneti, le praterie d’alta quota;

–        geomorfologico: forcelle cime e crinali, valli, sorgenti e torrenti, rocce sedimentarie e massi erratici;

–        antropologico: il prato e il pascolo, le malghe di media e alta montagna.

Tutto il percorso si è svolto a ridosso di una delle montagne più selvagge delle Dolomiti, il Pelmo la cui imponenza e austerità sono avvertite anche da chi non può ammirarlo con l’organo della vista.

LA META: IL RIFUGIO CITTA’ DI FIUME

La sosta al rifugio “Città di Fiume” ci ha offerto l’opportunità di una lezione storica all’aperto.

Fiume, cittadina di mare può contare, come del resto altre città di mare, Venezia e Trieste, fin dall’Ottocento su un certo numero di appassionati della montagna. Ed è un architetto viennese, Ferdinand Brodbeck a promuovere la nascita del Club Alpino Fiumano che nasce il 12 gennaio 1885 con tanto di statuto approvato dal Regio Governo Ungherese.

30 sono i fondatori, ma il gruppo cresce velocemente: a fine 1885 i soci sono 130 e nel 1888 sono ben 291. Il 15 maggio 1902 esce il primo numero della rivista ufficiale del Club Alpino di Fiume con il titolo “Liburnia”.

Nel 1937 i dirigenti del Club Alpino Fiumano scoprono un’antica malga in rovina, Malga Durona (studi approfonditi farebbero risalire la costruzione al 1600 circa) che potrebbe essere recuperato dal sodalizio di alpinisti fiumani.

La malga ha le caratteristiche tipiche delle abitazioni delle valli dolomitiche e cioè con la pietra reperita sul posto, nella parte basale, e con il legno nella parte superiore, tetto compreso. Particolare quasi unico, nella zona, sono i tre vani ad arco significativi in costruzioni coeve in ambienti destinati esclusivamente a stalla. Risulta che la malga Durona fosse al servizio di attività pastorali ed originariamente risalente al 1600 circa; era già indicata nella carta topografica del Regno Lombardo-Veneto dell’anno 1833. L’attuale volumetria è da far risalire al 1924 nel quale in montagna sono stati realizzati numerosi rifacimenti post bellici.

Gli anni della guerra interrompono però l’idea di trasformare la malga in rifugio.

Molto tempo dopo, sotto la presidenza del Prof. Arturo Dalmartello, quei ruderi si trasformano in un rifugio che viene inaugurato il 20 settembre 1964 e che vuole tramandare, con il suo nome, il ricordo dei fiumani in esilio. Accanto alla bandiera italiana sventola quella fiumana col motto “Indeficienter” (inesauribile speranza). La Sezione era proprietaria di 6 rifugi sul Lisina, l’Alpe Grande, il Monte Oscale e il Monte Nevoso. All’interno del rifugio, restaurato dalla sezione tre anni fa, mappe dell’Istria e delle sue montagne e una piccola galleria di foto d’epoca: immagini dei sei rifugi “perduti” che il Club Alpino Fiumano gestiva in quella che oggi è Croazia.

Accompagnatore: Alfonso Beninatto – Insegnante presso l’Istituto Comprensivo di Breda di Piave, socio ordinario del Club Alpino Italiano Sezione di Treviso.

LE FOTO

Ed ecco alcune foto dell’uscita!


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